Leone Mutti è vissuto a lungo incrociando momenti drammatici e situazioni gratificanti e anche felici , ma ha mantenuto fede ad alcune scelte compiute da giovane, scelte non facili e sovente contrarie al perbenismo dei più. I terribili incidenti occorsigli, il ferimento da parte dei fascisti a Collepiano, la bomba a mano che gli esplode contro nel maggio del 1957 in Algeria. Il tremendo incidente d’auto in Francia nel 2006, lo hanno provato duramente, ma non sono riusciti a piegare la sua indomabile volontà di vita, la sua capacità di affrontare la sventura.
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Così ci racconta il suo 25 Aprile del 1945:
“il 25/4/45 entro in Sarnico occupando la caserma della GNR, Guardia Nazionale Repubblicana, vuota, tutti sono già scappati nella notte, nel medesimo tempo vengo a sapere che i fascisti di Sarnico sono stati arrestati e chiusi in una cantina vicino alla Casa del Fascio: intervengo immediatamente, autorizzo le loro famiglie a portar loro ciò di cui hanno bisogno (qualche giorno dopo verranno liberati e torneranno a casa); nel pomeriggio preparo la difesa di Sarnico con tutti i volontari che si presentato.”
Testo estrapolato da : Angelo Bendotti, Leone Mutti “Fanfulla” Partigiano Legionario, Istitituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, il filo di Arianna 2013
Ringraziamo la nipote Lorella Mutti per il breve vdeo che ci ha donato prima che Leone ci lasciasse il 10/06/2017
Testo estrapolato da : Angelo Bendotti, Leone Mutti “Fanfulla” Partigiano Legionario, Istitituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, il filo di Arianna 2013
Ringraziamo la nipote Lorella Mutti per il breve vdeo che ci ha donato prima che Leone ci lasciasse il 10/06/2017